Campagna Toscana Colline Metallifere

Colline MetallifereSorgenti sulfuree della zona geotermica di Larderello. Diritto d'autore: papapalo / 123RF Archivio Fotografico

Colline Metallifere

Presentazione

Il territorio delle Colline Metallifere si snoda fra due gioielli dell'architettura toscana, Volterra e Massa Marittima, eccellenti esempi di urbanistica dell'età comunale circondati da importanti lasciti del periodo etrusco.
Il paesaggio delle Colline Metallifere offre al visitatore scenari di intensa suggestione, panorami selvaggi e colori inconfondibili che derivano dalla presenza dei minerali nel sottosuolo. La ricchezza mineraria delle Colline Metallifere, oltre a dare il nome a quest'angolo di Toscana, in passato ne ha costituito la ricchezza principale, mentre oggi si sfruttano principalmente i soffioni boraciferi, dai quali si ricava energia geotermica. L'estrazione di pirite, rame, zinco e solfuri di piombo era un'attività vivace già al tempo degli Etruschi, che proprio sull'attività mineraria e la lavorazione dei metalli fondarono gran parte della loro potenza economica. Il legno dei boschi fitti e ampi delle Colline Metallifere alimentava già a quel tempo le fucine e le botteghe dei fabbri. L'attività estrattiva è cessata solo in tempi relativamente recenti, oggi i boschi delle Colline Metallifere sono protetti e non sfruttati intensamente per ricavarne legname e si sfrutta l'altra grande ricchezza del territorio, quella geotermica. La zona detta Valle del Diavolo, che offre scenari davvero unici, è coperta da soffioni boraciferi e da "lagoni", piccole cavità piene d'acqua da dove sgorgano gas naturali. Al centro della Valle del Diavolo, in località Larderello, si trova una grande centrale geotermica che raccoglie e distribuisce i vapori emanati dal suolo.

Un giro nelle Colline Metallifere


Pomarance


Scendendo da Volterra verso Massa Marittima, la prima località che si incontra è Pomarance, cittadina moderna nota per la presenza di una grande centrale di sfruttamento dell'energia geotermica.
Il centro urbano antico di Pomarance si stringe attorno alla chiesa parrocchiale dove si conservano alcune pregevoli opere pittoriche di autori locali. Proseguendo verso sud lungo la Valle del Diavolo si giunge a Larderello, il cui nome deriva dal chimico francese Larderel che qui, nell'Ottocento, avviò la produzione su scala industriale dell'acido borico sfruttando la straordinaria ricchezza del sottosuolo. Nel 1918 cominciò anche lo sfruttamento dei soffioni boraciferi con l'avvio della prima centrale geotermica. Oggi è l'Enel a proseguire nell'attività di sfruttamento intensivo dell'energia fornita dai soffioni boraciferi. La storia delle attività geotermiche di Larderello si può ripercorrere visitando il locale Museo della Geotermia. Su richiesta, si può assistere all'apertura di un soffione profondo oltre 700 metri dal quale il vapore esce con un frastuono potentissimo.

Radicondoli


Radicondoli è una piacevole località di collina che nel IX secolo divenne fortificazione di notevole importanza a guardia delle vallate sottostanti.
Oggi si conservano soltanto pochi resti delle primitive fortificazioni e delle tre porte che originariamente si aprivano nelle mura ne resta solo una, detta Porta della Olla. Nei pascoli che circondano Radicondoli si allevano pecore e mucche, si coltivano il frumento e molti ortaggi, mentre i boschi vengono sfruttati per la produzione di legname da lavoro e di castagne. Da vedere è il Castello di Montingegnoli, dalla caratteristica struttura a semicerchio che si stringe attorno al cortile e circondato da graziose casette rustiche. Del complesso castellano fanno parte anche una pieve romanica e una torre. Poco si conserva invece del Castello di Elci, in passato distrutto più volte dai senesi. Merita una visita anche la Chiesa di Santa Maria a Belforte, antica costruzione romanica che conserva numerosi segni del primitivo impianto a navata unica. In località Le Pianacce, poco distante dal centro urbano di Radicondoli, si trova una centrale geotermoelettrica che si può visitare gratuitamente.
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